Arte In MAGNO
Studio di ricerca Artistica di Saverio MAGNO
domenica 3 gennaio 2016
giovedì 8 luglio 2010
"LA NUOVA VISIONE SPAZIALE"
mercoledì 7 luglio 2010
Tratto dal Catalogo Electa Mondadori
“L’Arte contemporanea nelle antiche dimore”
oltre il Novecento di Giulia Sillato
Il Maestro dal 1977 coltiva tutte le forme dell’ Arte,
non escludendo la Musica.
Conosce le Teorie sul Colore di Chevreul
e approfondisce l’Anatomia e la Prospettiva,
al fine di elaborare nuove, e alla fine intriganti,
teorie sulla visione spaziale.
Merita la “Medaglia d’argento Pico della Mirandola”,
oltre a quella conferitagli nel 1991 dal Presidente della Repubblica,
allora in carica Francesco Cossiga.
Si immette quindi su un percorso di ascesa,
che lo impegna in una ricerca artistica di grande respiro intellettuale,
peraltro iniziata a metà degli anni ’80 che introduce
nel panorama della Storia dell’Arte Contemporanea
una nuova Visione Spaziale,
relativa questa non all’oggetto rappresentabile,
bensì allo spazio in cui esso è rappresentato:
Picasso, con il Cubismo, aveva cercato di elaborare
una conoscenza totale dell’oggetto,
facendone emergere i punti di vista
esclusi dalla classica rappresentazione tridimensionale,
ossia la prospettiva: in che modo? Scomponendolo!
Mondrian, con il NeoPlasticismo,
nega addirittura profondità alle cose
e ci presenta superfici piane, attraversate da corsìe geometriche;
Fontana decide che l’oggetto non debba più essere rappresentato
nè in forma figurativa né in forma astratto — allusiva
e lo porta fuori dalla tela, nello spazio vivo di tutti i giorni.
Magno si interroga non sulle cose,
ma sul rapporto tra lo spazio e le cose:
inizia sperimentando l’Allineamento Spaziale
e analizza che, osservando l’oggetto con ciascuno dei due occhi,
separatamente, questo si proietta o verso destra o verso sinistra.
Nasce la teoria della Tridimensionalità Binoculare,
originale forma di Astrattismo Geometrico,
in cui la superficie del quadro si suddivide in campiture di colori diversi:
sono i piani spaziali percepiti dall’occhio
che, se non unifica la propria visione a quella dell’ altro,
coglie singolarmente i diversi passaggi di profondità,
tutti convergenti verso l’osservatore.
oltre il Novecento di Giulia Sillato
Il Maestro dal 1977 coltiva tutte le forme dell’ Arte,
non escludendo la Musica.
Conosce le Teorie sul Colore di Chevreul
e approfondisce l’Anatomia e la Prospettiva,
al fine di elaborare nuove, e alla fine intriganti,
teorie sulla visione spaziale.
Merita la “Medaglia d’argento Pico della Mirandola”,
oltre a quella conferitagli nel 1991 dal Presidente della Repubblica,
allora in carica Francesco Cossiga.
Si immette quindi su un percorso di ascesa,
che lo impegna in una ricerca artistica di grande respiro intellettuale,
peraltro iniziata a metà degli anni ’80 che introduce
nel panorama della Storia dell’Arte Contemporanea
una nuova Visione Spaziale,
relativa questa non all’oggetto rappresentabile,
bensì allo spazio in cui esso è rappresentato:
Picasso, con il Cubismo, aveva cercato di elaborare
una conoscenza totale dell’oggetto,
facendone emergere i punti di vista
esclusi dalla classica rappresentazione tridimensionale,
ossia la prospettiva: in che modo? Scomponendolo!
Mondrian, con il NeoPlasticismo,
nega addirittura profondità alle cose
e ci presenta superfici piane, attraversate da corsìe geometriche;
Fontana decide che l’oggetto non debba più essere rappresentato
nè in forma figurativa né in forma astratto — allusiva
e lo porta fuori dalla tela, nello spazio vivo di tutti i giorni.
Magno si interroga non sulle cose,
ma sul rapporto tra lo spazio e le cose:
inizia sperimentando l’Allineamento Spaziale
e analizza che, osservando l’oggetto con ciascuno dei due occhi,
separatamente, questo si proietta o verso destra o verso sinistra.
Nasce la teoria della Tridimensionalità Binoculare,
originale forma di Astrattismo Geometrico,
in cui la superficie del quadro si suddivide in campiture di colori diversi:
sono i piani spaziali percepiti dall’occhio
che, se non unifica la propria visione a quella dell’ altro,
coglie singolarmente i diversi passaggi di profondità,
tutti convergenti verso l’osservatore.
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